"Ma tra voi non sia così"
di Enzo Fortunato
Oggi è Giovedì Santo, il giorno in cui Gesù celebrò l’Ultima Cena con i suoi dodici apostoli. Questa celebrazione è anticipata da un gesto dal forte valore, la lavanda dei piedi. Gesù si alza dal tavolo, si cinge di un grembiule e si china sui piedi dei suoi commensali come l’ultimo dei servi, ricordando loro che i grandi delle Nazioni comandano su di esse, detengono il potere di sottomettere o innalzare, uccidere o concedere la vita.
“Ma tra voi non sia così”, intima Gesù. E così suggerisce a chi vuol farsi grande di farsi prima di tutto servo. Un pensiero che anche san Francesco assume e vive con la fulgida luce del suo esempio.
“Ma tra voi non sia così” è una frase che racchiude nella sua brevità un significato immenso. Indica una dinamica esistenziale, un nuovo modo di esistere e di porsi. Significa mettere in atto le proprie potenzialità i propri talenti, valorizzandoli attraverso il servizio agli altri.
Il Vangelo manifesta così tutta la sua umanità. Calata nella vita di ognuno di noi, la frase di Gesù ci invita a compiere tre azioni. Innanzitutto, alziamoci da tavola e misuriamoci con la vita. Misuriamo i nostri limiti, le nostre virtù, conosciamo noi stessi. Poi cingiamoci di un grembiule, prepariamoci all’umiltà e al servizio. Infine, chiniamoci sui piedi dei discepoli per lavarglieli, cioè abbassiamoci anche al livello degli ultimi, dei poveri dei dimenticati, di coloro ai quali abbiamo il compito di far giungere la parola di Dio.
Enzo Fortunato
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